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Il rapporto con Gilda Dalla Rizza

Gilda Dalla Rizza è considerata una delle più celebri cantanti di tutti i tempi nonché «la Duse dell'arte lirica» (The New Grove Dictionary of Opera) e cantante prediletta di Giacomo Puccini e molti altri direttori e compositori dell'epoca Verista. Creatrice di Rondine, Suor Angelica e Lauretta, «Puccini si ispirò a lei anche per Turandot», fu prima interprete del Piccolo Marat di Mascagni e della Giulietta e Romeo di Zandonai, che considerò sua «migliore Francesca», raggiungendo il culmine della carriera come Violetta alla Scala, voluta da Toscanini nel 1923 e per altre quattro stagioni consecutive.

Ritirata dalle scene nel 1942, si dedica all'insegnamento del canto e dell'arte scenica. Tra i numerosi celebri allievi si ricordano Elena Rizzieri e Maria Callas.


Dopo gli studi al Conservatorio di Venezia, Paolo Badoer resta affettivamente legato a Gilda Dalla Rizza, ereditando il prezioso carteggio che racconta in una biografia scritta da lui stesso e pubblicata nel 1991: Gilda Dalla Rizza, La cantante prediletta di Puccini. Rimasto in stretto contatto con la sua maestra sino alla fine, Badoer la vedrà morire tra le sue braccia nella casa Verdi di Milano nel 1975, dopo aver deciso di rimanerle accanto negli ultimi giorni di vita, cancellando tutti i suoi impegni artistici.

Gilda Dalla Rizza ha sempre espresso nella sua vita e nelle lettere tutto il suo grande affetto nei riguardi del suo devoto allievo che considerava «alla stregua di un vero figlio adottivo» (Matteo Dalle Fratte, Gilda Dalla Rizza, la cantante che ispirò Puccini, Università degli studi di Padova, 2003).

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