Cantante lirico e maestro di canto
Paolo Badoer
La carriera operistica
Dopo l'acclamato debutto del Rigoletto a Milano, la carriera di Paolo Badoer prende subito uno slancio internazionale. Inizia così una intensa attività teatrale di quarant'anni in 40 diversi ruoli solistici. Badoer si esibisce sempre con pieni successi di pubblico e critica in oltre sessanta teatri d'opera italiani, tra i quali il Teatro dell'Opera di Roma, il Verdi e il Rossetti di Trieste, la Fenice di Venezia, il Comunale di Bologna, il Teatro Margherita di Genova, il Regio di Torino, il Petruzzelli di Bari e il Massimo di Palermo. Numerose sono state inoltre le tournée all'estero, in Spagna, Francia, Germania, Svizzera e Olanda.
Tra i ruoli che hanno caratterizzato particolarmente la carriera operistica di Badoer ci sono: Cirillo in Fedora, al fianco di Magda Olivero e Giuseppe Giacomini (Teatro Sociale, Como, 1971), Monterone e Sparafucile in Rigoletto con Leo Nucci (Teatro Salieri, Legnago, 1973), lo zio Bonzo in Madama Butterfly con Renata Scotto (Teatro Comunale, Lonigo 1975) e Reina Kabaivanska (Teatro Municipale, Reggio Emilia 1973), il Dottore in Traviata con Rosanna Carteri e Aldo Bottion (Teatro Sociale, Rovigo, 1971), Wagner nel Faust con Alfredo Kraus e il Re in Aida con Marcella De Osma (Teatro Cervantes, Malaga, 1970), Zuane nella Gioconda con Leyla Gencer e Ruggero Raimondi (Teatro La Fenice, Venezia, 1971), Gualtiero in Roberto Devereux con Montserrat Caballé (Teatro La Fenice, Venezia, 1972), Raimondo in Lucia con Anna Moffo e Giulio Fioravanti (Teatro Pedretti, Sondrio, 1965), Mandarino in Turandot con Ghena Dimitrova (Teatro Comunale,Treviso, 1975), Oroveso in Norma con Miriam Pirazzini e Claudia Parada (Teatro Comunale, Russi, 1971).
Nel 1968 al Teatro Universitario Ca' Foscari di Venezia, Paolo Badoer è primo interprete dell'opera di Giuseppe Sinopoli, Sintassi Teatrale, al fianco della debuttante Katia Ricciarelli. Nel 1975 crea il ruolo di Jenkis nell'opera Una donna uccisa con dolcezza di Roberto Hazon al Teatro Sociale di Rovigo e è primo interprete del Cieco nell'opera Veleno in palcoscenico di Brizio al Teatro Comunale di Lonigo. Badoer riscuote sempre grandi consensi anche nel suo paese d'origine dove si legge: «particolarmente applaudito il basso Paolo Badoer, acclamazione del resto ben comprensibile, essendo il bravo basso nativo di Rossano Veneto».
Agli inizi degli anni settanta è già tra i bassi più ricercati e prolifici del panorama operistico internazionale: «Eccellente» a Merano dove «ha interpretato con la solita irruenza e padronanza di scena» il ruolo di Sparafucile, «un basso notevole reduce da lunghe tournée in ogni parte del mondo che ha raggiunto, in questo momento, il meglio della sua brillantissima carriera» (Alto Adige, 4.9.1970). Distintosi nel difficile ruolo pucciniano dello zio Bonzo, col quale concluderà la sua carriera operistica nel 1989, riscuote sempre entusiastici consensi da colleghi, pubblico e critica: «Paolo Badoer, che in passato è stato applaudito al Sociale per altre indimenticate interpretazioni, ha disegnato vigorosamente, e con belle doti vocali, il personaggio dello zio Bonzo: una parte breve ma incisiva, importante per il momento psicologico che crea: è da quell'atmosfera che nasce poi l'effetto della rinnegata e felice di Butterfly, e Badoer, in quella breve parte, ha dominato la scena» (La provincia, Como 1.12.1972). Nel ruolo di Cirillo nella Fedora di Giordano, ottiene «un successo personale meritatissimo per la magnifica interpretazione della romanza del primo atto» (Ubaldo Serbo, Cronaca di Como, 1971).
Nel corso della sua carriera operistica, Badoer si esibisce anche in molti concerti lirici. Si ricordano i concerti al Palazzo Grassi di Venezia con Franco Corelli nel 1968 e al Teatro Olimpico di Vicenza nel 1961 per il centenario dell'unità d'Italia dove di lui si scrisse: «mutevole e versatile nell'esplicazione delle facoltà canore e interpretative» (Giornale di Vicenza, 21.5.1966). Tra i maestri d'orchestra che hanno diretto Badoer si ricordano Franco Capuana, Oliviero De Fabritiis e Giuseppe Sinopoli, tra i registi Dario Dalla Corte e Sandro Bolchi.


